Difficoltà di lettura: ne abbiamo parlato al DFA

Anche chi nasce e cresce in Ticino, pur essendo di madrelingua italiana, può avere problemi di lettura. Un recente approfondimento dei dati PISA 2018, infatti, evidenzia che il 12% dei ragazzi quindicenni, nativi e di madrelingua abbia grosse difficoltà nella lettura. Se si considera invece il campione totale di quindicenni scolarizzati in Ticino, integrando cioè anche coloro con statuto migratorio e che a casa parlano un’altra lingua, il totale di allievi con difficoltà sale al 17%. In altre parole: in una classe di 24 allievi, quattro di loro non raggiungono il livello minimo di competenze in lettura richieste alla fine della scuola obbligatoria.

È un’informazione che lascia perplessi. Questi dati emergono da uno studio di approfondimento commissionato dall’Associazione Leggere e Scrivere per cercare di capire dove nascano le difficoltà degli adulti che presentano lacune nella lettura. La ricerca è stata condotta dal Centro Competenze Innovazione e Ricerca sui Sistemi Educativi (CIRSE) del DFA-SUPSI basandosi sui dati raccolti dall’indagine internazionale PISA 2018 (indetta dall’OCSE). I risultati sono stati presentati l’8 di novembre 2023 nella sede del DFA a Locarno durante una serata intitolata “Difficoltà di lettura: l’importanza di questa competenza di base per la vita di giovani e adulti”.

Alice Ambrosetti e Miriam Salvisberg hanno presentato i dati emersi dallo studio di approfondimento che hanno svolto in collaborazione con la collega Francesca Crotta. Il documento è disponibile liberamente in calce. I dati dell’indagine PISA 2022 usciranno il 5 dicembre 2023.

Su tali dati hanno riflettuto gli ospiti della tavola rotonda che ne è seguita, moderata da Sandra Sain, giornalista e produttrice di Rete Due. Attorno al tavolo erano presenti:

  • Mauro Tettamanti, Presidente dell’Associazione Leggere e Scrivere;
  • Emanuele Berger, Direttore della Divisione della Scuola, DECS;
  • Daniele Dell’Agnola, docente professionista senior DFA/ASP ed esperto per l’insegnamento dell’italiano nella scuola dell’obbligo;
  • Francesca Gaudenzi Chiesa, Capoufficio del sostegno sociale e dell’inserimento (USSI).

Il confronto internazionale

All’indagine PISA 2018 hanno partecipato 79 Paesi, ossia 600’000 quindicenni. L’ampiezza del campione offre la possibilità di confrontare i sistemi educativi a livello internazionale. Vi sono 6 livelli di valutazione delle competenze degli studenti: il livello soglia è il livello 2. Chi supera il livello 2 è in grado di utilizzare sufficientemente la competenza della lettura per partecipare in maniera attiva alla vita sociale. Chi non supera il livello 2 fa molta fatica a comprendere il significato di frasi o di passaggi indipendenti, stenta a identificare il contenuti fondamentali di un testo di lunghezza moderata, non riesce a confrontare le affermazioni e a creare connessioni interne ed esterne al testo. I ragazzi sotto il livello 2 in Ticino sono il 17%, mentre in Svizzera sono il 24%. Il Ticino è ben posizionato nel confronto nazionale e anche nella classifica internazionale, dove la percentuale di allievi poco competenti è simile a quella di altri Paesi come la Finlandia e il Canada che eccellono nel test PISA.

Chi sono i ragazzi ticinesi con grosse difficoltà?

Innanzitutto i numeri: il campione ticinese comprende 2’500 quindicenni che al momento dell’indagine stavano frequentando la quarta media o l’inizio delle scuole superiori. I quindicenni in difficoltà, cioè coloro che non hanno raggiunto il livello 2 nella comprensione dello scritto, erano il 17%. Tra questi troviamo anche gli allievi che a casa non parlano la lingua del test o che hanno uno statuto migratorio.

Tuttavia, si osserva che anche tra coloro che a casa parlano l’italiano e che sono nati in Svizzera da genitori svizzeri vi sono allievi con difficoltà nella lettura: il 12% di questi ragazzi non ha le competenze fondamentali per affrontare le sfide quotidiane. L’approfondimento ha mostrato che questi quindicenni sono soprattutto maschi (72% contro il 28% di femmine) con una condizione socioeconomica sfavorevole (34% contro il 13% con condizione favorita) che frequentano le scuole professionali (56%) e che hanno ripetuto una o più classi (25%).

Come vivono la lettura?

Una caratteristica comune degli allievi in difficoltà è la presenza di pochi libri in casa e la scarsa abitudine alla lettura. Ecco qualche dato specifico sui ragazzi di madrelingua italiana, svizzeri e con difficoltà. La metà di loro dichiara di non leggere mai libri di narrativa. La maggior parte non legge più volte alla settimana. Il 69% legge solo se obbligato. Il 50% ha dichiarato di avere bisogno di rileggere un testo più volte per comprenderlo. Il 70% non si ritiene un buon lettore e il 37% dichiara di non leggere correntemente. L’approccio negativo alla lettura crea un circolo vizioso per il quale la sensazione di inefficacia incide sulla frequenza e sul piacere: se faccio fatica a leggere leggerò poco, ma meno leggo e meno sarò in grado di farlo e quindi meno lo farò.

La lettura degli ospiti

Emanuele Berger tiene innanzitutto a sottolineare come il Ticino, nei confronti degli altri Cantoni e delle altre nazioni, abbia ottenuto ottimi risultati. Certo, bisogna ancora lavorare, ma fa notare come la Scuola Media unica abbia dato i suoi frutti, così come la buona qualità della formazione dei docenti. Sì, i ragazzi che non raggiungono il livello 2 nella scala PISA sono decisamente maggiori rispetto alle ragazze e questo è un problema: gli stereotipi culturali sono duri da sconfiggere, ma la scuola ci prova anche con iniziative come Nuovo Futuro. Affrontando il tema delle disparità socioculturali, Berger sottolinea come la scuola ticinese abbia sempre tentato di correggerle: una delle vie da seguire è l’eliminazione dei livelli A e B.

Secondo Daniele Dell’Agnola, la responsabilità di un buon rapporto con la lettura è sì dei docenti, ma esistono studi che dimostrano come già tra gli zero e i tre anni sia fondamentale la lettura ad alta voce, nonché la qualità e la quantità di libri in casa per una buona riuscita scolastica dei futuri quindicenni. È pur vero che non è sempre evidente, per un genitore, saper scegliere testi di qualità, cosa che, invece, un docente per professione deve saper fare. A scuola, secondo l’esperto, è importante lavorare sulle connessioni tra quello che vivono i ragazzi e la storia che si vuole leggere. Inoltre, Dell’Agnola sottolinea il beneficio della scrittura a mano su quaderno: lo spazio costretto obbliga l’allievo a strutturare il suo pensiero e a riflettere prima di scrivere. La scrittura a mano e la lettura sono esercizi che andrebbero svolti già con i bambini ma, in ogni caso, esistono diverse ricerche che dimostrano che è possibile colmare queste lacune anche da ragazzi.

Per Mauro Tettamanti lo studio conferma quanto l’Associazione Leggere e Scrivere già osserva nel suo operato: gli adulti scolarizzati in difficoltà con la lettura sono molti, si stima infatti che nella Svizzera italiana siano circa 40’000 o 50’000, eppure ancora troppo pochi frequentano dei corsi. Il problema, tuttavia, è più complesso: la competenza di lettura è strettamente legata alle altre competenze di base, cioè alla scrittura, al calcolo e all’uso di strumenti informatici, perciò un adulto che non sa leggere farà fatica in molti altri ambiti della vita quotidiana e professionale. Le formatrici hanno sì il compito di rendere piacevole la pratica della lettura, ma non è facile come sembra perché spesso si trovano a gestire una classe eterogenea e composta da adulti preoccupati da ben altri problemi. Le soluzioni sono ancora da cercare.

Francesca Gaudenzi Chiesa, come Tettamanti, osserva che spesso le persone (adulti e ragazzi) non osano rivolgersi ai servizi per chiedere aiuto. Secondo lei i giovani hanno paura di confrontarsi con i propri limiti. È curioso, afferma, che gli immigrati di prima generazione abbiano migliori competenze di base di quelli di seconda generazione. Anche per l’USSI, di cui è capoufficio, la situazione è simile a quella emersa dallo studio: il 60% delle persone con carenze nella lettura sono svizzere e parlano italiano e hanno terminato la scuola obbligatoria. Si cercano di mettere in atto strategie, in collaborazione anche con il DFA, per combattere questa situazione e per sostenere i giovani nei loro percorsi formativi. I ragazzi vanno prima di tutto avvicinati e poi in un secondo momento reinseriti onde evitare, come già succede oggi in alcuni casi, che il ragazzo si isoli ancora di più.

Dunque, dove nascono le difficoltà di lettura degli adulti? Gli ospiti della tavola rotonda e i dati segnalano come punti di origine il contesto scolastico e quello domestico. Tuttavia sarebbe sbagliato credere che sia solo colpa della scuola o dei genitori. Infatti, l’Associazione negli anni ha notato che le cause sono spesso personali dovute, ad esempio, a una crisi familiare, a un’interruzione di una formazione, a una difficoltà esistenziale. Sappiamo, inoltre, che molti adulti si chiudono in se stessi, si isolano e smettono di esercitare le loro competenze di base che, poi, perdono. Quando ne hanno bisogno si rendono conto di non averle più o comunque non si sentono più così sicuri. La consapevolezza delle proprie lacune ha diversi gradi: ci sono persone che se ne rendono perfettamente conto e si iscrivono a un corso per cercare di rimediare; ci sono, invece, quelle che si accorgono di non essere adeguate in una certa situazione e lasciano perdere, non lo fanno più, non partecipano e di conseguenza si autoescludono. L’obiettivo primario dell’Associazione Leggere e Scrivere è proprio lottare contro l’esclusione sociale delle persone con lacune nella lettura e nella scrittura e incoraggia tutti gli aduti a formarsi.

L’Associazione ringrazia gli ospiti, le ricercatrici, gli organizzatori, la moderatrice Sandra Sain, Francesca Antonini e il pubblico presente per aver partecipato con entusiasmo. Per qualsiasi commento o richiesta di approfondimento, non esitate a scrivere al segretariato: info@leggere-scrivere.ch.

 

Libri citati da Daniele Dell’Agnola:

  • La Battaglia del burro, di Dr. Seuss, 1984
  • Lettore vieni a casa, di M. Wolf, 2018

Documentazione e link: